giovedì 31 marzo 2016

PIETRO, CANITUCCIA, IL MAIALINO. E LA CACIOTTINA FATTA IN CASA

Era una donna libera.
Aveva "i capelli ardenti e le labbra di garofano".
Maria.

Maria era la sua mamma.
Ma l'aveva abbandonata.

E Canituccia, a sette anni, faceva da servetta a Pasqualina.

Era povera, Canituccia.
"Portava una camicia di cotone bianco tutta toppe, un corpetto di teletta marrone e per gonnella un panno rosso, tenuto su alla cinta da una cordicella."

Era esile e smunta, Canituccia. Denutrita.
 "Aveva una testa piccola, con una faccia minuta e bianca... una testa troppo piccola sopra un corpo molto magro... Le gambe stecchite...  Il collo... dove i tendini parevano corde tese." 

Scalza, con i piedini ormai insensibili, Canituccia, tutti i giorni, fino a notte inoltrata, portava al pascolo Ciccotto, "un porcellino bianco-roseo, con una macchia grigia sulla schiena, grassottello e rotondetto".

Ciccotto era il suo amico più fedele.
Il suo compagno di giochi.

Gli voleva tanto bene, Canituccia.
E, quella volta che, in pieno febbraio, il maialino si era perso, la bimba era tornata indietro a cercarlo nel buio...

Aveva freddo, d'inverno, Canituccia.
Quando pioveva - e pioveva spesso - si copriva la testa con quel cencio rosso che le faceva da gonnella.
Ma, così, le gambette le rimanevano scoperte.
"Camminava nelle pozze d’acqua e fango, sferzata dalla pioggia, dicendo a Ciccotto:
«Corriamo... Corriamo perché a casa ci sta il fuoco e ci scalderemo».
Ma spesso il fuoco era spento e Canituccia andava a dormire ancora inzuppata dalla pioggia."


Aveva sempre fame, Canituccia.
Un' "insaziabile fame che le mordeva lo stomaco".
Al pascolo, nei campi, sognava il cibo a occhi aperti:
"«Mamma Pasqualina dà la minestra a Canituccia, che se la mangia tutta tutta»."
E "« il parroco e gli fa mangiare tante tante mele" (a Ciccotto), "mentre Canituccia si mangia il pane»."

Passarono i mesi.
"Ciccotto era diventato così grasso e grosso, che non si poteva più menarlo a pascolare molto lontano..." Canituccia "si sgomentava un poco a vederlo così grosso, tanto più di lei, che era sottile come un manico di scopa."

E venne il momento...
"Traballando un poco, Canituccia andò ad accovacciarsi in un angolo del cortile per vedere ammazzare Ciccotto. Vide al vagante lume che lo trascinavano in cortile, che... lo tenevano. Udì i grugniti disperati di Ciccotto che non voleva morire."

La chiamarono in cucina.
Qui, con le carni di Ciccotto, alcuni preparavano la salsiccia, altri confezionavano lardo e prosciutti, altri ancora cuocevano strutto e ciccioli.
"Pasqualina, sopra un angolo del focolare, faceva friggere del sangue nel tegame."

Rimase sulla soglia, Canituccia, senza entrare.

Qualcuno si ricordò che la bambina non mangiava da un giorno.
Le offrì del pane nero con sopra un pezzo di sangue fritto.
Il sangue di Ciccotto.

Canituccia moriva di fame. 
Eppure... "disse di no, semplicemente, col capo." 



Quando sarai grande - ma molto grande - Pietro, amore mio, ti farò leggere "Canituccia", racconto di Matilde Serao.

E ti racconterò che quella volta, al pranzo di Pasqua 2016, anche tu, davanti al piatto con la carne di quel maialino che avevi visto intero, con il musetto, le orecchie e la codina, hai detto no scuotendo piano la testa.

Ti dirò quante volte mi hai portata per mano a cercarlo, il porcellino.
E quante volte hai esclamato "Nooo, nooonna!", non trovandolo al suo posto.
Ti confesserò di averti raccontato una bugia, dicendoti che il maialino era scappato...

Quando sarai grande, Pietro amore - ma molto grande - non ricorderai più nulla di questa tua prima delusione.
Ma la tua nonna non dimenticherà mai i tuoi occhi, le tue labbra che imitavano il verso del porcellino.
E il momento in cui, come Canituccia, hai detto di no.
Semplicemente, col capo.




Pietro riesce sempre a commuovermi.
Un attimo di pausa per riprendermi...

Dopo un racconto come questo, la ricetta non poteva che esse vegetariana:

LA CACIOTTINA
FATTA IN CASA


I MIEI APPUNTI:

- ho usato il Cheese Maker Léklué e il forno a microonde Whirlpool;
- ho utilizzato latte di mucca, ma si può usare anche quello di pecora o di capra;
- il risultato è una formaggella fresca con un gusto leggero e la consistenza delle caciottine "primo sale".


CHE COSA SERVE?

- 1/2 l di LATTE FRESCO intero
- 1/2 l di LATTE FRESCO parzialmente scremato
- 30 ml di SUCCO di LIMONE filtrato
- 3 g di SALE fino


COME FACCIO?

1. VERSO tutto il LATTE nel contenitore esterno (bianco) del Cheese Maker, chiudo con il coperchio in silicone.

2. METTO il contenitore nel FORNO a MICROONDE. Faccio riscaldare alla massima potenza per 14 minuti (verso la fine, il latte tenderà un po' a fuoriuscire).

3. TOLGO il contenitore dal forno a microonde, apro il coperchio (attenzione al vapore rovente!), verso sul latte il SUCCO di LIMONE e il SALE.

4. MESCOLO la CAGLIATA che si forma con un mestolo di silicone, faccio raffreddare per 30 minuti a temperatura ambiente.

5. TRASCORSO questo primo periodo di riposo, MESCOLO ancora la CAGLIATA con un cucchiaio possibilmente non di metallo.

6: FILTRO il formaggio utilizzando il COLINO VERDE contenuto nel Cheese Maker. Lo COMPATTO bene, con un BATTICARNE rivestito con PELLICOLA TRASPARENTE, avendo cura di scolare più siero possibile.

7. FACCIO riposare in FRIGORIFERO per almeno 2 ORE.

8. ROVESCIO la CACIOTTINA su un piatto di portata (per toglierla più agevolmente dal cestello, dovrò "schiacciare" verso l'interno il formaggio fuoriuscito dalle fessurine laterali).

9. LA SERVO condita con OLIO, SALE, PEPE e contorni di VERDURA FRESCA.


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giovedì 24 marzo 2016

IL POST MANCATO, LE RICHIESTE DI MANU... E LA CASSATA SICILIANA (AL CIOCCOLATO E TRADIZIONALE). CON GLI AUGURI PIÙ CARI

Secondo giro di influenza.
Due giorni di letto, bollita come un bollito misto, bollente come una brace.

Mille programmi andati in fumo, tra cui quello di scrivere un post speciale per Pasqua.

Ma le forze mi servono per non perdere la concentrazione e non sbagliare la ricetta.
Non ne posso sprecare di più.
Certo, l'anno venturo non dimenticherò in borsa il vaccino antinfluenzale come invece ho fatto quest'anno...


Il dolce che vi propongo per Pasqua mi è stato commissionato - e da chi, sennò? -  dalla mia "tata" Manu.
Ho accettato immediatamente la sua sfida.
Primo, perché ogni sua richiesta è per me un ordine.
Secondo, perché si tratta di una ricetta originaria della mia "seconda Patria", la Sicilia.

Prima di procedere, mi sono documentata a dovere: ricerche sul web e sui molti libri che ormai popolano la libreria che ho fatto installare sotto il bancone della mia cucina.
Mi ha molto aiutato anche Silvia, titolare del sito online Sicilian Store, alla quale mi sono rivolta per l'acquisto degli ingredienti specifici (quelli indicati dall'asterisco, li ho trovati da lei). Anche la versione della ricetta da lei proposta mi è stata veramente molto utile.

Naturalmente, la cosa non poteva essere così semplice: compro alcuni ingredienti già pronti, li assemblo e...OPPLÀ!
No. Perché Manu e il Paffu mi hanno richiesto una CASSATA farcita interamente con CIOCCOLATO, mentre altri - e io tra questi - hanno espresso una preferenza per i CANDITI.
Come fare? Beh, basta preparare due cassate!
Ergo: doppio lavoro.

Eccovi le due versioni.
A mio parere, sono entrambe ottime.
E, se lo dico io che non amo i dolci "cremosi", potete fidarvi.


A tutti voi, cari amici,
gli auguri più affettuosi di una
FELICISSIMA PASQUA!


LA CASSATA SICILIANA 
AL CIOCCOLATO E TRADIZIONALE
(dosi per una teglia del diametro di 20 cm; per la prima prova ho utilizzato cioccolato fondente tagliato a scagliette: il sapore era ottimo, ma l'impasto interno risultava  troppo "sporco" di marrone, per questo ho usato le gocce; mi sono ispirata a innumerevoli video presenti su You Tube, al libro base Bimby, a "La cucina Siciliana" edito da Guido Tommasi e, soprattutto, alla ricetta del sito Sicilian Store, presso il quale ho acquistato gli ottimi ingredienti contrassegnati con *; il procedimento è uguale per entrambe le versioni, cambiano solo le farciture della crema alla ricotta e la decorazione)


CHE COSA SERVE?

Per la versione al cioccolato:
- 150 g di PASTA REALE verde* (io l'ho acquistata online, ma la si può fare in casa con  la ricetta che trovate qui aggiungendo alla pasta base del colorante verde)
- 130 g di Pan di Spagna (io ho usato un disco di quello pronto della ditta Bonomi)
- 300 g di RICOTTA di pecora (io ho preferito la vaccina: Vallelata Galbani)
- 120 g di ZUCCHERO a VELO
- a piacere, un pizzico di aroma di VANIGLIA
- 70 g di GOCCE di CIOCCOLATO
- 200 g di ZUCCHERO FONDENTE* pronto
- OVETTI COLORATI di CIOCCOLATO per decorare

Per la versione con i canditi:
- 150 g di PASTA REALE verde* (io l'ho acquistata online, ma la si può fare in casa con  la ricetta che trovate qui aggiungendo alla pasta base del colorante verde)
- 130 g di Pan di Spagna (io ho usato un disco di quello pronto della ditta Bonomi)
- 300 g di RICOTTA di pecora (io ho preferito la vaccina: Vallelata Galbani)
- 120 g di ZUCCHERO a VELO
 - a piacere, un pizzico di aroma di VANIGLIA
- 50 g di GOCCE di CIOCCOLATO
- 40 g di ZUCCATA*
- 200 g di ZUCCHERO FONDENTE pronto*
- CANDITI INTERI* per decorare


COME FACCIO?


1) IL PRIMO GIORNO, la sera, faccio sgocciolare la ricotta:

- METTO in un colino la RICOTTA, la copro con pellicola trasparente e la lascio in frigo perché perda il suo siero.


2) IL SECONDO GIORNO, la mattina, preparo la CASSATA vera e propria:

- INSERISCO tra due fogli di carta forno la PASTA REALE verde precedentemente sagomata a salsicciotto. La STENDO a uno spessore di 3-4 mm, a un'altezza di circa 5 cm (l'altezza dello stampo), a una lunghezza di circa 75 cm. Regolarizzo uno dei due lati lunghi con la lama di un coltello.
Ricopro con PELLICOLA TRASPARENTE uno STAMPO per CASSATA (la teglia è quella raffigurata nella foto qui sotto).
Utilizzo la PASTA REALE per coprire le pareti dello stampo. Il lato di pasta tagliato perfettamente va mantenuto verso il fondo della teglia e va inserito nella scanalatura tipica di questo utensile (se non avete una teglia specifica per la cassata, potete comunque usarne una con le pareti svasate, a tronco di cono).

- STENDO sul fondo dello stampo un disco di Pan di Spagna dello spessore di circa mezzo centimetro. Ne taglio anche una serie di piccoli trapezi dello stesso spessore, che utilizzo per ricoprire la Pasta Reale precedentemente stesa sulle pareti.

-  SETACCIO la ricotta utilizzando uno schiacciapatate. Vi aggiungo lo ZUCCHERO a VELO, eventualmente la VANIGLIA, e miscelo fino a ottenere una crema morbida. A questo punto, unisco le GOCCE di CIOCCOLATO per la prima versione - o le GOCCE di CIOCCOLATO e la ZUCCATA tagliata a dadini per la seconda -, mescolando quanto basta fino a ottenerne una distribuzione uniforme. VERSO questa CREMA di RICOTTA nello stampo rivestito di Pasta Reale e Pan di Spagna.

- RICOPRO la crema di ricotta con un altro disco - oppure con i ritagli - di PAN DI SPAGNA. Questo strato deve arrivare al bordo della teglia e deve coprire perfettamente la superficie.

- CON UN COLTELLO affilato, taglio la Pasta Reale e di Pan di Spagna eccedenti dal bordo dello stampo.

- COPRO con PELLICOLA TRASPARENTE, appoggio alla cassata un disco di cartone tagliato a misura, che manterrà in forma il dolce. Vi poggio sopra un peso leggero.

- FACCIO RIPOSARE in frigorifero per 12 ore.


3) IL SECONDO GIORNO, la sera, decoro la cassata:

- TOLGO la cassata dal frigorifero MEZZ'ORA PRIMA (è importante per evitare che lo zucchero fondente indurisca troppo in fretta).

- LA ROVESCIO su un PIATTO per DOLCI.

- TOLGO la PELLICOLA TRASPARENTE e liscio con le dita la Pasta Reale.

- RISCALDO a bagnomaria lo ZUCCHERO FONDENTE fino a renderlo abbastanza liquido. Lo verso a filo sulla parte superiore della cassata - quella ricoperta esclusivamente dal Pan di Spagna - incominciando dal centro e muovendomi a spirale verso i margini. Lo stendo uniformemente con una spatola.

- DECORO - solo la parte rivestita con zucchero fondente - con una TRECCIA di PASTA REALE che tratterrà gli OVETTI colorati per la versione al cioccolato, oppure con i CANDITI per la versione tradizionale.

- TENGO la cassata in FRIGORIFERO fino al momento di servirla.

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giovedì 17 marzo 2016

BUON ONOMASTICO, PATRIZIA! CON L'ASTRONAVE DEI ROLLINZ E I MIEI BISCOTTI (QUASI) IRLANDESI

"Sto facendo un'astronave anche per te".
"Un'astronave anche per meee??? Che bello... io non ne ho mai avuta una".
Nessuno si aspetterebbe che una simile conversazione possa avere luogo, via chat, tra due signore circasessantenni laureate e con mansioni di responsabilità.

L'astronave in questione, naturalmente, è quella dei rollinz di Star Wars.
In ordine di apparizione, le due signore quasi attempate, laureate e "responsabili" siamo noi: tu e io, Patrizia,

I miei lettori ti hanno già sentita nominare: sei la Pat della mia "Mail aperta a Daniel Glattauer", dedicata all'autore de "Le ho mai parlato del vento del nord" e de "La settima onda".
Di te, mi hanno sentita dire che sei un'amica, e che mi conosci più di chiunque altro.

Forse però non sanno che tifi Chievo come un'ultras - trattandosi di una tifosa di sesso femminile, l'apostrofo prima di ultras è corretto - e che avresti fatto carte false per riuscire a completare la raccolta dell'Esselunga.
A me, di Star Wars, non è mai importato nulla, ma mi sono impegnata a tenere per te tutte le bustine che, in altri momenti, avrei girato ai miei piccoli pazienti.
È grazie a questa tua passione se oggi conosco Darth Vader - di cui peraltro non ricorderò il nome manco morta - e gli Stormtroopers.
È grazie a te se, forse, in futuro avrò un'astronave da condividere con il mio nipotino...

Ora i miei lettori ti conoscono un po' meglio, Patrizia. Almeno la tua parte giocosa e burlona.
Ma non conoscono ancora il tuo versante migliore: l'amica su cui si può contare.

Quante volte mi hai aiutata?
Quante volte sei stata vicina alla mia famiglia?
Enne alla ennesima potenza.
Anche di recente, ci siamo sentite quasi quotidianamente: tu hai lasciato da parte i tuoi problemi per dedicarti ai nostri.
E per me è stato - sempre - come confrontarmi con una sorella.

Cara Patrizia, oggi è il tuo onomastico.
Come promesso un anno fa, ecco i biscotti - quasi - irlandesi dedicati al santo di cui porti il nome.

La decorazione è un disastro, la ricetta non è poi così originale.
Ma le dosi sono tutta farina del mio sacco.

Li hai assaggiati nei giorni scorsi, mi hai detto quanto li hai apprezzati.
Questo mi ha resa felice.

Amo cucinare cose buone.
Trovo appagante dedicarle alle persone a cui voglio bene.
Mi piace che un gesto, anche se piccolo, possieda un significato.

Ebbene: questi biscotti, Patrizia cara, sono il mio modo per ringraziarti per la tua rara, irrinunciabile, preziosissima amicizia.

Grazie di tutto.
Dal cuore.

Valeria

I MIEI BISCOTTI DI SAN PATRIZIO
 "QUASI IRLANDESI"
(dosi per 20 biscotti del diametro di 6 cm e del peso di circa 20 g ciascuno; mi sono ispirata a varie ricette presenti sul web, ma la scelta finale delle proporzioni e degli ingredienti è stata mia; ho usato il Bimby/Thermomix, ma si possono impastare con qualunque mixer; li ho cotti nel forno Gaggenau su una piastra di cm 36 x cm 42)

CHE COSA SERVE?

Per i biscotti:
- 100 g di MANDORLE BIANCHE
- 80 g di ZUCCHERO SEMOLATO
- 60 g di FARINA 00
- 50 g di AMIDO di FRUMENTO
- SALE
- LIEVITO VANIGLIATO (la punta di un cucchiaino)
- 1/2 bacca di VANIGLIA (i semi)
- 90 g di BURRO freddo a pezzetti piccoli
- 1 TUORLO d'UOVO

Per la decorazione: 
- 50 g  di GHIACCIA REALE Rebecchi
- 5-10 g di ACQUA
- COLORANTE VERDE in gel

COME FACCIO?

1. INSERISCO nel boccale le MANDORLE e lo ZUCCHERO; frullo per 40 secondi a velocità 6, fino a ottenere una polvere molto fine.

2. AGGIUNGO la FARINA 00, l'AMIDO di FRUMENTO, il SALE, il LIEVITO VANIGLIATO, i semi della bacca di VANIGLIA. Frullo per qualche secondo in modo da amalgamare gli ingredienti secchi.

3. UNISCO il BURRO e il TUORLO d'UOVO e frullo  per 25 - 30 secondi a velocità 5.

4. STENDO l'impasto su un foglio di CARTA FORNO a uno spessore di circa 5 mm.

5. RITAGLIO 20 dischi di impasto del peso di circa 20 g ciascuno, utilizzando un COPPAPASTA del diametro di 6 cm. Elimino l'impasto in eccesso, lo ri-impasto, lo ri-stendo e ripeto l'operazione fino a esaurimento del composto.

6. COPRO i biscotti con altra carta forno e li metto in FREEZER per una decina di minuti.

7. PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 175°C.

8. INFORNO e CUOCIO per 10 - 12 minuti.

9. PREPARO la decorazione: aggiungo l'ACQUA alla GHIACCIA REALE, impasto con una frusta fino a ottenere la densità desiderata. Gradualmente, continuando a frullare, unisco anche il COLORANTE VERDE.

10. UNA VOLTA che i biscotti si sono raffreddati, li DECORO disegnando il trifoglio, simbolo dell'Irlanda (forse è preferibile dire "li decorerei"... se ne fossi capace!).

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giovedì 10 marzo 2016

ISABELLA, LA PRECISIONE TEUTONICA E GLI ANELLI DI MELE (APFELKÜCHLI)

Vi ho mai raccontato di lei?
Parlo di Isabella, la prima assistente comparsa nel mio studio.
Mi era stata presentata da un "cacciatore di teste", titolare di un'agenzia per il lavoro.

Isabella era una florida ventenne con i capelli rossicci, vestita in maniera sobria, con pantaloni e ballerine.
Tedesca di Germania, aveva seguito in Italia il marito e, pur abitando da noi da più di un anno, non era ancora in grado di parlare decentemente la nostra lingua.

Non vi so dire perché l'ho scelta tra le altre.
O forse sì: perché, come mentalità, un po' tedesca lo sono anch'io, ed ero sicura che, insieme, ci saremmo trovate bene.

Isabella è stata per anni al mio fianco, imparando tutto ciò che poteva imparare.
Anche l'italiano, congiuntivi e condizionali compresi.
La sua precisione teutonica surclassava le mie manie di ordine e di pulizia: anch'io, da lei, ho imparato tanto, anche a mettere tutte le bustine di tè con il logo principale dallo stesso lato...

Una mattina, Isabella mi ha comunicato: "Dottoressa, io vengo a lavorare ancora un anno e mezzo. Poi, vorrei tentare l'esame di ammissione alla facoltà di odontoiatria".
Per me, una soddisfazione immensa.

Ce l'ha fatta, Isabella: non solo ha superato l'esame, ma, dopo cinque anni esatti, in odontoiatria si è anche laureata con il massimo dei voti e la lode.
L'ho aiutata a correggere la tesi, le ho regalato la stampa dei fascicoli necessari per la laurea: tutti più uno, che doveva tornare a me munito di dedica. A tutt'oggi - ed è trascorso quasi un decennio - Isabella non ha ancora trovato le parole adatte...

2016: Isabella è una donna bionda, snella, sportivissima, potrei dire affascinante. 
È una professionista preparata e affermata, con la quale collaboro e spesso mi confronto.

A volte, mi torna in mente quella ragazzotta dall'accento gracchiante conosciuta tanto tempo fa.
Ripenso all'evoluzione del nostro rapporto, e al biglietto con il quale ho accompagnato il suo regalo di laurea: "Sei stata un'assistente, un'amica, una specie di figlia. Ora sei anche una collega".
E mi ritengo fortunata per averla incontrata sulla mia strada.

ANELLI DI MELE (APFELKÜCHLI)

(questa è la mia versione della ricetta stampata in tedesco sulla confezione della teglia per anelli di mele della ditta Zenker: per la traduzione,  ho approfittato dell'aiuto di Isabella; le dosi sono per 8 anelli; ho usato la frusta elettrica e il forno Gaggenau)

CHE COSA SERVE?

- 175 g di LATTE
- 25 g di OLIO di RISO
- 1 TUORLO d'UOVO
- 35 g di FARINA 00
- 35 g di AMIDO di FRUMENTO
- SALE
- 1 cucchiaino di LIEVITO VANIGLIATO
- 1 ALBUME
- 15 g di ZUCCHERO a VELO
- i semi di 1/4 di bacca di VANIGLIA (o un pizzico di CANNELLA)
- 2 MELE RENETTE (del peso di circa 140 g ciascuna)

Inoltre:
- SPRAY STACCANTE o OLIO di RISO per lo stampo
- ZUCCHERO SEMOLATO oppure ZUCCHERO a VELO per guarnire

A piacere: 
- poco RUM per bagnare le fette di mela
- CREMA PASTICCERA oppure PANNA MONTATA per servire


COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il FORNO a 160 °C (ventilato).

2. FRULLO insieme il LATTE, l'OLIO e il TUORLO d'UOVO.

3. A PARTE, setaccio tutti insieme in una ciotola gli ingredienti secchi: la FARINA 00, l'AMIDO di FRUMENTO, il SALE, il LIEVITO VANIGLIATO.

4. AGGIUNGO gli ingredienti secchi all'impasto preparato al punto 2, FRULLO ancora.

5. LASCIO RIPOSARE l'impasto ottenuto per circa 20 minuti.

6. NEL FRATTEMPO sbuccio le MELE, rimuovo i torsoli con l'apposito accessorio, ne ricavo 8 rondelle dello spessore di circa 8 mm. A piacere, posso bagnare leggermente le mele con poco RUM.

7. MONTO a neve l'ALBUME, aggiungendo gradualmente 15 g di ZUCCHERO a VELO non appena l'albume incomincia ad addensarsi.

8. CON DELICATI movimenti verticali dal basso verso l'alto, incorporo  l'ALBUME montato a neve all'IMPASTO precedentemente messo a riposare (punto 5).

9. SPRUZZO l'apposita teglia con lo SPRAY STACCANTE (o la spennello con l'OLIO di RISO e la spolverizzo con un po' di FARINA).

10. DISTRIBUISCO nelle cavità della teglia le rondelle di MELA.

11. VERSO l'IMPASTO ottenuto al punto 7 sulle rondelle di mela, riempiendo le cavità della teglia per circa 3/4.

12. INFORNO e CUOCIO per circa 20 minuti.

13. FACCIO RAFFREDDARE leggermente, poi spolverizzo con ZUCCHERO SEMOLATO oppure ZUCCHERO a VELO.

14. SERVO gli anelli di mele freddi, magari accompagnati con una cucchiaiata di CREMA PASTICCERA o un ciuffo di PANNA MONTATA (anche se, a mio parere, sono perfetti mangiati da soli).

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giovedì 3 marzo 2016

UN'ALTRA RICETTA DI "I LOVE COOKING AT HOME": I BAGELS

Barbara di "I love cooking at home" è stata gentilissima: ci ha offerto un'altra delle sue meravigliose ricette.

Si tratta dei BAGELS.
Nati in Polonia all'inizio del diciassettesimo secolo, legati a doppio filo alle comunità ebraiche aschenazite, sono oggi diffusi soprattutto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Germania e in Canada.

A forma di ciambelle, i BAGELS subiscono una doppia cottura: prima vengono bolliti, successivamente vengono dorati in forno.

Mi piace ricordare che, in passato, questi panini venivano donati alle puerpere in occasione del parto.
La loro forma ad anello, infatti, richiamava il ciclo della vita...

Valeria


Non so da voi ma a Verona vanno di gran moda quei locali dove, in particolar modo la domenica a pranzo, propongono un gustosi brunch per chi si sveglia tardi la mattina.

Una colazione abbondante con inserimenti salati per un pranzo leggero.

E anche noi ogni tanto ci facciamo contagiare dall'allegria e dal gusto per una domenica speciale. Ma siccome alla domenica spesso vince la pigrizia, ecco che il brunch preferiamo prepararlo in casa. 

Tutti in cucina... chi vuole il caffè, chi preferisce il the, la spremuta d'arancia non può mancare. Si tostano le fette di pane, si scelgono le marmellate più golose...manca adesso la parte salata....

Volendo sperimentare sempre nuove ricette, domenica scorsa ci siamo lanciati nella preparazione dei BAGELS. 

I bagels sono dei soffici panini lievitati di origine americana, caratterizzati dalla tradizionale forma a ciambella e dalla doppia cottura, l’importante è bollirli per qualche secondo prima di infornarli! 

La farcitura? qui la fantasia inizia a sbizzarrirsi, dai classici al Salmone affumicato (al quale ho aggiunto spinacini mascarpone e cipolla rossa) ad un gusto più particolare con aringa affumicata robiola e fettine di mela. 


La soddisfazione più grande? Sentirmi dire da mio figlio Nicolò che i miei bagels sono più buoni di quelli che ha mangiato nel locale dove ha festeggiato San Valentino insieme alla sua Laura.... ma forse era troppo impegnato ad assaporare "altra dolcezza" che gustare veramente quello che ha ordinato...

Barbara

BAGELS 
(Dosi per circa 12 bagels) 

CHE COSA SERVE?


- 250 g FARINA MANITOBA
- 200 g FARINA 00
- 15 g LIEVITO DI BIRRA
- 1 cucchiaino di ZUCCHERO
- 1 UOVO medio
- 225 ml LATTE fresco
- 50 ml di ACQUA
- 2 cucchiaino di MALTO               

(o zucchero di canna) 
- 1/2 cucchiaino di SALE
- 25 g di BURRO

COME FACCIO?
1. METTO in una ciotola capiente (o planetaria) le due FARINE preventivamente setacciate, quindi faccio un buco al centro. 

2. IN UN ALTRO contenitore verso il LATTE tiepido, aggiungo lo ZUCCHERO, il LIEVITO, il MALTO e mescolo per SCIOGLIERE il tutto.

3. VERSO  il COMPOSTO di latte al centro della FARINA e comincio ad IMPASTARE unendo l’UOVO a temperatura ambiente.

4. AGGIUNGO anche i 50 ml di ACQUA TIEPIDA nella quale avevo precedentemente disciolto il SALE e AMALGAMO per bene gli ingredienti. 

5. UNA VOLTA ottenuto un composto OMOGENEO, aggiungo il BURRO a pezzetti ammorbidito; IMPASTO  bene il tutto per almeno 10 minuti fino ad ottenere un COMPOSTO LISCIO, elastico ed omogeneo. 

6. SPENNELLO  una ciotola con un FILO DI OLIO di semi, quindi ADAGIO L'IMPASTO ottenuto SPENNELLANDOLO  anche esso con pochissimo olio, quindi COPRO la ciotola e lascio LIEVITARE per un PAIO D'ORE fino a che il volume non sarà raddoppiato. 

7. TRASCORSO IL TEMPO di lievitazione, IMPASTO il composto per qualche secondo e poi DIVIDO  in PALLINE del peso di 100 gr ciascuna. 

8. DISPONGO LE PALLINE  sul tavolo di lavoro lasciando un po’ di distanza tra una e l’altra. 

9. LE SCHIACCIO CON LE MANI per formare dei DISCHI DI PASTA e spolvero la superficie con un po' di farina.

10. COPRO il tutto con la PELLICOLA TRASPARENTE in modo che non facciano la crosta, che ostacolerebbe la lievitazione, e poi ancora con un PANNO per tenere la PASTA AL CALDO; lascio LIEVITARE ancora per 20-30 minuti. 

11. PRATICO adesso un FORO AL CENTRO dei panini, io ho usato l'attrezzo CAVATORSOLI della mela SPINGENDO bene fino in fondo, per dare la classica FORMA A CIAMBELLA. 

12. Nel frattempo metto a BOLLIRE DELL'ACQUA in una pentola e VERSO un cucchiaino di MALTO (zucchero di canna). 

13. TUFFO delicatamente I BAGELS nella pentola e li lascio SOBBOLLIRE per 30 SECONDI per lato. 

14. LI SGOCCIOLO  per bene con una SCHIUMAROLA e li appoggio su una TEGLIA foderata con CARTA FORNO.

15. LI SPENNELLO con un po’ di ROSSO D'UOVO mischiato ad ACQUA per renderli ancora più LUCIDI.

16. INFORNO i BAGELS a 220° in forno statico per circa 20-25 minuti. Non appena i BAGELS diverranno DORATI li tiro fuori dal forno e li lascio a RAFFREDDARE.

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA **