lunedì 29 ottobre 2012

MACCHIE, BANDE, FORELLINI SULLA SUPERFICIE DEI DENTI. C'E' DA PREOCCUPARSI?


Molto frequentemente, le mamme si preoccupano notando, sulla superficie dei denti dei loro bambini,  macchie chiare, o scure, oppure anomalie di forma.
Non si tratta, in genere, di patologie gravi: nella maggior parte dei casi, il dentista si limita a controllare fino al termine della crescita l’evoluzione del fenomeno, associando igiene, fluorizzazione e protezione con resina delle zone danneggiate. Successivamente, potrà intervenire in modo più mirato con ricostruzioni in composito, faccette o corone.
Due sono i gruppi di patologie a carico dello smalto dentale:
1.     IPOPLASIA DELLO SMALTO: clinicamente, presenta macchie biancastre, gessose, oppure pigmentazioni brune.  Può interessare uno o più elementi dentari. Può avere diverse cause: malattie esantematiche, traumi, lesioni periapicali dei denti decidui, eccesso di somministrazione di fluoro, antibiotici come le famigerate tetracicline, alterazioni genetiche, malattie congenite e deficit nutrizionali.
2.     AMELOGENESI IMPERFETTA: in questo caso, la superficie dello smalto appare irregolare: sottile, con bande lineari che interessano la circonferenza della corona, ipocalcificato, a volte praticamente assente, oppure bucherellato e con mammellature.
In tutti i casi, esso risulta facilmente aggredibile dagli acidi della placca, con la conseguente insorgenza di carie. L’origine della malattia è genetica; deficit nutrizionali, traumi, radiazioni, difetti neurologici, sindrome nefrosica, reazioni allergiche, avvelenamento da piombo possono comunque favorirne l’insorgenza.
Nell’amelogenesi imperfetta, si distinguono  3 classi:
-        Ipoplasica: presente sia nella dentizione decidua che in quella permanente; è caratterizzata da carenza di smalto, denti spaziati o in numero alterato, riassorbimenti delle radici o pigmentazioni.
-        Ipomatura: in questa forma lo smalto è gessoso, macchiato, trasparente ai raggi X.  Frequente è la taurodonzia, cioè la presenza di radici più corte del normale.
-        Ipocalcificata: lo smalto appare tenero, rugoso, addirittura assente (dando luogo alla cosiddetta “Agenesia dello smalto”, caratterizzata da colorazione giallo-arancio dei denti e spesso addirittura accompagnata dall’assenza di elementi dentari). 

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Foto: esterno del Guggenheim Museum, New York.

sabato 27 ottobre 2012

UN'ALTRA MERAVIGLIOSA RICETTA DI LILIANA: LA TORTA AL CIOCCOLATO

Che bello!!!
Liliana ha ripreso a passarmi le sue meravigliose ricette! Eccone qui una golosissima: la torta al cioccolato con le nocciole.

La preparazione di questo post ha richiesto un paio di settimane: una per trovare l'occasione di passare dal suo bar, l'altra per avere a disposizione un mezzo per fotografare il dolce (ebbene, sì: le foto sono proprio quelle dell’ ”originale”!). 

Finalmente, oggi sono riuscita ad andare a trovare Liliana.





Purtroppo, non avevo con me la mia Nikon: spero mi scuserete se ho immortalato le fette di dolce con l'iPad.

Ricordate il bar di Liliana, vero?
In precedenza, ve ne ho parlato più volte: si trova vicino alla tomba di Giulietta.
Andrea lo frequenta quotidianamente, io purtroppo, molto meno...
Recentemente l'ho recensito per Tripadvisor, ricevendo in cambio da Liliana un bacione che mi ha riscaldato il cuore.
Ma quello che ho scritto è tutto vero. Provare per credere.





QUALI SONO GLI INGREDIENTI?

Per l'impasto:
100 gr. burro ammorbidito
100 gr. zucchero
100 gr. cioccolato fondente
3 uova intere
60 gr. farina
2 cucchiaini di lievito
150 gr. nocciole intere

Per guarnire:
Panna montata o gelato fiordilatte q.b.

COME SI PREPARA?

IN BREVE:
PRERISCALDATE IL FORNO (VENTILATO) A 160 GRADI C
SCIOGLIETE NEL FORNO A MICROONDE IL CIOCCOLATO FONDENTE E RIPORTATELO A TEMPERATURA AMBIENTE
ZUCCHERO + BURRO, FRULLATE
>> CIOCCOLATO A TEMPERATURA AMBIENTE, FRULLATE
>> 1 UOVO ALLA VOLTA, FRULLATE
>> FARINA, FRULLATE
>> LIEVITO, FRULLATE
>> NOCCIOLE, MESCOLATE DELICATAMENTE
VERSATE L'IMPASTO IN UNA TORTIERA DEL DIAMETRO DI 22 CM
CUOCETE 25 - 30 MINUTI
 SERVITE FREDDA GUARNENDO CON PANNA MONTATA O GELATO

Preriscaldate il forno (ventilato) a 160 gradi C.
Sciogliete nel forno a microonde il cioccolato fondente, riportatelo poi a temperatura ambiente, mescolando per mantenerlo morbido.
Frullate il burro con lo zucchero.
Nell'ordine, continuando a frullare, aggiungete il cioccolato a temperatura ambiente, un uovo alla volta, la farina, il lievito.
Da ultimo, unite le nocciole intere e mescolate delicatamente.
Versate l'impasto in una tortiera del diametro di 22 cm, imburrata e infarinata o coperta con carta forno.
Cuocete per 25 - 30 minuti.
Servitela fredda, accompagnata da panna montata o da gelato fiordilatte.

SODDISFAZIONE *****
PAZIENZA ***

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domenica 21 ottobre 2012

ANCHE OGGI HO CUCINATO CON LA NONNA CAROLINA

Sì, e il merito è tutto di Manu, che, venerdì scorso, mi ha domandato di riesumare la gloriosa Imperia, regalatami negli anni ’80 dai carissimi Marisa e Daniele, per fare un esperimento di pasta fresca.

Naturalmente, la "macchina" era ferma da almeno tre lustri.
Ma pareva fosse lì ad aspettarmi: ben oliata, con tutti i pezzi funzionanti, le lame taglienti...
Unico problema, la fuoriuscita, all'inizio, di qualche frammento di pasta per il quale Alberto Angela avrebbe potuto richiedere la valutazione del carbonio-14.

Mentre lavoravo, sentivo dietro di me la presenza di due persone che vivono ormai soltanto nel nostro cuore.
A sinistra, la nonna Carolina, che mi guidava passo passo, indicandomi la consistenza ideale della pasta, gli spazi tra i rulli, la lunghezza della sfoglia.
E il nonno Momi, alla mia destra, che raccontava aneddoti della sua vita di cuoco: la pasta bianca rossa e verde come la bandiera italiana che propose a Berchtesgaden, oppure quella scura, colorata col nero di seppia.

Il risultato di questo lavoro di équipe è stato una sfoglia dorata, forse un po' appiccicosetta (la nonna mi aveva avvisata, ma io ho voluto fare di testa mia e ho non ho misurato con il cucchiaio l'acqua che ho aggiunto!).


 
Ma la necessità aguzza l'ingegno: per ridurre il rischio di adesione tra le tagliatelle, ho trasformato un vasetto Bormioli in uno spargifarina a forma di saliera (vedi foto), che mi ha aiutato a distribuirla uniformemente senza sporcarmi le mani. È il colmo, però: passo la vita a cercare l'adesione (tra dente e otturazioni) e mi ritrovo a dover inventare una tecnica che favorisca il distacco!


Questa mattinata, passata “con i nonni”, mi ha dato grandissime emozioni e anche un po' di commozione.
Che grande dono, è stata!

Un altro regalo, me l'ha fatto Andrea: ha lasciato per un'oretta l'azienda ed è venuto a mangiare con me.
Stupefatto, si è trovato nel piatto, per la prima volta in dieci anni, pasta all'uovo fatta in casa (da me!).
Ed è stato come ritornare ai nostri primi pranzetti insieme...

Grazie, Manu! Grazie, nonni! Grazie, Andrea!
E un grazie anche alla vecchia Imperia che, come una lampada di Aladino, ha saputo rievocare nel mio cuore affetti così profondi da proiettarsi oltre il tempo.






LA PASTA FRESCA COME LA FACEVA LA NONNA

300 gr. di farina 00
3 uova (io uso quelle per pasta e dolci)
uno/due cucchiai di acqua (se necessario)

Impastate a mano oppure inserite gli ingredienti nel Bimby (o nel robot), 4 minuti, spiga.
L'impasto deve risultare piuttosto consistente.
Tagliate a fettine la pasta.
Passate le fettine tra i rulli, ripiegandole più volte su se stesse fino a far loro assumere una forma regolare.
Riducete gradatamente lo spazio tra i rulli, fino ad arrivare al più stretto.
Per tagliatelle un po' più spesse, utilizzate il penultimo spazio, ripassando due/tre volte.
Procedete infine con il taglio della sfoglia, distribuendo la pasta su una tovaglia di cotone.

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giovedì 18 ottobre 2012

ROSSANA, LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO.

Questa settimana, Michela Ottolini, la maestra del corso di teatro, ci ha chiesto rivisitare una favola.
Io mi sono sbizzarrita in una (demenziale) versione di un Cappuccetto Rosso visto dalla parte della nonna... a dimostrazione che non sempre le persone che appaiono affidabili lo sono anche di fatto (non mi riferisco al lupo, ma a me stessa).
Ai lettori che hanno la mia età, faccio notare la "citazione" televisiva nel titolo: ricordate "Iolanda, la nonna del Corsaro Nero"?
 

ROSSANA, LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO

C'era una volta Rossana, una signora di una certa età, e anche di una certa stazza, che viveva sola al limitare nord del Bosco Nero.
Rossana vestiva sempre di rosso e, nelle stagioni più fredde, indossava una grande mantella dello stesso colore.

Aveva una figlia separata di nome Rossella. Anche Rossella, che portava abitualmente robe manteau rossi, abitava ai margini del Bosco Nero, ma nella parte sud.
La figlia di Rossana viveva con la sua bellissima bambina, Rossina,  la quale, manco a dirlo, vestiva un grazioso cappuccio rosso, a causa del quale i compagni di scuola la chiamavano Cappuccetto Rosso.

Un giorno, nonna Rossana decise di andare a trovare l'amata nipotina.
Preparò dei biscotti alla crema, e un salame di cioccolato e nocciole che faceva venire
l'acquolina in bocca solo a nominarlo.
Mise tutto in una cesta, indossò la mantella d'ordinanza e si mise in cammino.

Sì, lo so! La figlia Rossella le aveva raccomandato di non passare attraverso il bosco. Anzi, dato che la madre, a causa dell'artrosi, non se la sentiva di allungare la strada girandoci intorno (al bosco), si era addirittura offerta di pagarle il taxi.
Ma nonna Rossana aveva la testa dura, e si incamminò ugualmente per il sentiero.
Naturalmente, lasciando a casa il cellulare.

All'inizio, tutto andò bene: la strada era leggermente in discesa, il sole era alto, la luce filtrava attraverso gli alberi, i piccoli animali del bosco le facevano compagnia.

Verso la metà del pomeriggio, però, la luce nel bosco si affievolí.
Nonna Rossana cominciò ad avere paura.
Si sentiva affaticata e la sua anca sinistra le provocava un dolore lancinante.   

Da donna di carattere qual era, però, proseguì sulla sua strada.

Fu comunque felice, quando, poco dopo, incontrò un signore (a dire il vero piuttosto peloso), che si offrì di accompagnarla per parte del tragitto.
A Rossana, egli sembrò mooolto distinto.
Il fatto, poi, che, sulle mani, mostrasse una peluria grigiastra, la fece sperare che si trattasse di una persona della sua età.
"Chissà, magari, tra noi potrebbe nascere qualcosa..." pensò.

Il signore era molto gentile: spostava i rami che potevano intralciarle il cammino, le porgeva la mano per aiutarla a superare zone impervie o ruscelli, si complimentava continuamente con lei per la sua vitalità.
Dal canto suo, Rossana si mostrò carina e socievole, raccontandogli vitamortemiracoli di sé, della figlia e della nipotina.

Naturalmente, avete tutti capito che, quello che sembrava un signore, era in realtà il lupo (nella fattispecie, un Lupo Grigio).
Che, una volta dimostrata alla nonna la propria affidabilità, le propose di precederla per andare ad avvisare la figlia Rossella del suo arrivo (non dimentichiamo che il cellulare era rimasto sulla consolle di casa).
"Oh, grazie!" cinguettò Rossana "Lei é proprio un gentiluomo! E come è atletico, poi...".

È così, Lupo Grigio si diresse a passo di jogging in direzione sud, verso la casa di Rossella e di Rossina.

Una volta giunto a destinazione, tirò il cordone rosso del campanello.
Rossella, sempre molto prudente in questi casi, guardò dallo spioncino e non si fidò ad aprire.
Lupo Grigio attese qualche istante nascosto dietro alle ortensie del giardino e poi suonò nuovamente.
Questa volta, fu Cappuccetto Rosso a chiedere "Chi è?".
"Sono la nonna Rossana" rispose il lupo imitando la voce femminile.
La sventurata aprì la porta.

In un lampo, Lupo Grigio le saltò addosso, la prese con una zampa per le braccia, con l'altra per i piedi e se la mangiò in un sol boccone.
Le urla di Cappuccetto richiamarono Rossella, che accorse affannata.
"Rossina, Rossina, che cosa succede?".
No, Rossella non ebbe neppure il tempo di rendersi conto dell'accaduto: il lupo, a dire il vero un po' allupato, che nel frattempo si era nascosto sotto la tovaglia bianca e rossa del tavolo da pranzo, saltò su come una molla, la prese da dietro (ehi, questo non è un doppio senso...) e la ingoiò tutta intera.

Bene, dovete sapere che Lupo Grigio aveva un vizietto: adorava vestirsi da lupa.
Non gli parve vero, perciò, di avere a disposizione l'armadio a sei ante di Rossella, colmo di robe manteau rossi e di scarpe alla moda.
Scelse un delizioso modello rosso Valentino, longuette e con i bottoni d'oro, e un paio di sontuose décolleté tacco 12 di Louboutin (naturalmente, con la suola rossa).
Indossò il tutto, si mise un velo di rossetto sulle labbra e si guardò allo specchio.
"Sono proprio uno strafigo, anzi, una strafiga!" esclamò e si accinse, così conciato, a riordinare la cucina.

Nel frattempo, Nonna Rossana uscì dal bosco e raggiunse la casa dove abitavano la figlia e Cappuccetto.
Grande fu il suo spavento, trovando spalancato il portoncino rosso del patio.
"Oddio, non sarà successo qualcosa?" gridò.
Altrettanto grande fu il suo sollievo, vedendo Rossella, o chi per essa, indaffarata in cucina.
La osservò attentamente, prima di rivolgerle la parola.
"Che culo grande hai, figlia mia".
Preferisco non riportare la risposta...
Il lupo/Rossella incominciò a girarsi verso di lei.
"Che pancia grossa, hai".
Alla risposta del lupo, che era ormai rivolto completamente verso di lei, vi garantisco che è ancora preferibile il silenzio...
"Che bocca gra...". La nonna non riuscì nemmeno a completare la frase.
Lupo Grigio, ululando un terrificante "È per mangiarti meglio", le saltò addosso, pappandosela senza nemmeno masticarla.
Poi, satollo e appesantito dal lauto pasto, si addormentò sul divano (che era rivestito di velluto a rose rosse).

Passava in quel momento da quelle parti un cacciatore, che in realtá era Celeste, uno dei fidanzati di Rossella.
Decise di entrare a salutarla, ma si trovò di fronte il lupo che russava come una locomotiva.
Si rese conto immediatamente dell'accaduto, e allora... tirò fuori un coltellaccio (impugnatura rossa, marchio Victorinox), e, con quello, tagliò la pancia dell'animale per far uscire le due donne e la piccola Cappuccetto.

"Oh, oh!" urlavano di gioia le tre femmine.
"Oh, oh!" sghignazzava soddisfatto il cacciatore, pregustando la gratitudine di Rossella.
"Oh, oh!" mugolava il lupo morente.

Una volta che Lupo Grigio ebbe tirato le cuoia, si trattava di far scomparire il cadavere.


La capacità organizzativa di Rossana risolse il problema: invitò le vicine di casa (le signore Viola, Rosa e Bianca) a una riunione Bimby e, dopo aver soffritto una cipolla per 3 minuti, a 100 gradi e velocità 1, mise in cottura (naturalmente, antioraria) i cubetti di carne di lupo e gli altri ingredienti  per fare un ottimo spezzatino.

Così, finisce questa favola.
E dimostra che non sono solo le bambine, ma le donne di tutte le età, a non doversi fidare degli sconosciuti.

Si conclude proprio come il film "Pomodori verdi fritti alla fermata dell'autobus".
Solo che, in questo caso, i pomodori sono... rossi.


Se vi siete resi conto di quanto posso essere "alternativa"
preferisco che non visitiate il mio sito professionale:
di me, potreste farvi un'idea completamente sbagliata!
Un bacione.  
Valeria 

Foto: Immagine dal film "Cappuccetto rosso sangue".

domenica 7 ottobre 2012

LO SCUGNIZZO (RICETTA BIMBY)













19 settembre: mini-corso Bimby a casa mia, con l'esecuzione degli "scugnizzi".

Possedevo già questa ricetta, ma non l’avevo mai provata prima.

Sono stati un vero successo! Sono piaciuti così tanto, che, qualche giorno fa (a dire il vero, anche per finire gli ingredienti rimasti) li ho rifatti, apportando le mie consuete modifiche: limmagine parla da sola.

Naturalmente, cari amici, potete impastarli anche a mano o con un altro tipo di robot.

QUALI SONO GLI INGREDIENTI?

Per l'impasto:

- 250 gr. di mozzarella
- 40 gr. di olio
- 60 gr. di acqua
- 250 gr. di farina tipo 0
- 1 bustina di lievito di birra disidratato
- 2 cucchiaini di zucchero
- 2 cucchiaini rasi di sale

Per farcire:

- 2 wurstel piccoli
- qualche oliva verde
- pomodorini sott’olio
- cipolline piccole in agrodolce


IN BREVE:

  1. TRITATE MOZZARELLA: 10 SEC., VEL.6
  2. >> OLIO + ACQUA: 8 SEC., VEL. 6
  3. >> LIEVITO + ZUCCHERO + FARINA + SALE: 2 SEC, SPIGA
  4. CON L’IMPASTO, FORMATE DEI  “SERPENTELLI”, TAGLIATELI A RONDELLE, FORMATE DELLE PALLINE, METTETELE IN UNA TEGLIA FODERATA CON CARTA FORNO
  5. FATE UN INCAVO AL CENTRO DELLE PALLINE, APPOGGIATEVI LA FARCITURA
  6. FATE LIEVITARE IN FORNO (MAX 50°C) PER CIRCA 20 MINUTI
  7. SCALDATE IL FORNO A 180°C E CUOCETE PER 15-20 MIN.

COME SI PREPARA?

Mettete nel boccale la mozzarella: 10 sec., vel. 6.

Riunite sul fondo con la spatola.

Aggiungete olio e acqua: 8 sec., vel 6

Aggiungere lievito, zucchero, farina e sale: 2 min., spiga.

Con l’impasto, formate dei “serpentelli” del diametro di circa 2 cm, tagliateli a rondelle dello stesso spessore, formate delle palline, e mettetele (distanziate!) su una teglia foderata con carta da forno.

Con il pollice, formate un incavo al centro di ogni pallina

Appoggiatevi sopra un pomodorino secco (per me, danno il risultato migliore!), o un pezzetto di wurstel, o una cipollina...

Mettete in forno (massimo 50°C) per circa 20 min.

A questo punto, scaldate il forno a 180°C e fateli cuocere per 15-20 min.

IL SEGRETO

Devono essere appena dorati per rimanere soffici. Serviteli ancora tiepidi.

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sabato 6 ottobre 2012

IL GELATO ALLA NOCCIOLA


Un ultimo gelato, in questa calda e dorata giornata autunnale.

E’ un’altra ricetta Bimby (naturalmente, un regalo di Valentina).
E un altro successone in famiglia.


QUALI SONO GLI INGREDIENTI?
500 gr. di panna fresca
500 gr. di latte intero
170 gr. di zucchero
2 tuorli d’uovo
1 punta di cucchiaino di vaniglia in polvere
4 cucchiai rasi di pasta di nocciole
100 gr. di nocciole snocciolate, intere

IN BREVE:
1. TUTTI GLI INGREDIENTI (ECCETTO NOCCIOLE) NEL BOCCALE: 15', 80°C, vel.3
2. RAFFREDDARE E POI CONGELARE IN CONTENITORE CUKI PER 24 ORE
3. TAGLIARE A PEZZI E MANTECARE: 
    15", vel. 6 
    15", vel. 4 
4. >> NOCCIOLE:
    10", ANTIORARIO, SPIGA.

COME SI PREPARA?
Versate tutti gli ingredienti (eccetto le nocciole) nel boccale: 15 min. 80°C, vel. 3.
Mettete a raffreddare in un contenitore tipo Cuki; poi coprite con alluminio e congelate in freezer per 24 ore.
Togliete il contenitore dal freezer, tagliate il composto a pezzettoni e
metteteli nel boccale a mantecare:
15 sec. vel. 6 e
15 sec. vel. 4.
Alla fine, aggiungete 100 gr di nocciole:
10 secondi, antiorario, spiga.

IL SEGRETO... 
Se non lo consumate subito, rimettetelo a congelare all'interno di un contenitore di polistirolo e toglietelo dal freezer almeno 10 minuti prima del consumo.

SODDISFAZIONE ****
PAZIENZA ***

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giovedì 4 ottobre 2012

UN RESPIRO PROFUMATO COME NELLE FAVOLE: COMBATTERE L'ALITOSI SI PUO'...


L’alitosi è una patologia, con pesanti risvolti psicologici, che colpisce oltre il 50% degli italiani.
A volte, l’alito pesante può addirittura compromettere i rapporti interpersonali.
Un’alitosi persistente è considerata patologica. Se invece è presente solo il mattino, il problema, le cui cause sono da imputare alla proliferazione di batteri in grado di produrre gas contenenti zolfo, è da considerare transitorio.
Il 90% delle alitosi è correlato con la cavità orale, solo il restante 10% è provocato da cattiva digestione.
La prevenzione e cura di questo problema comincia proprio dal dentista, che potrà intervenire in caso di problemi odontoiatrici o saprà indicare a quale specialista rivolgersi, qualora la causa non sia orale.
Placca batterica, accumulo sulla lingua di residui di cibo e microrganismi, infiammazione gengivale sono le principali cause orali dell’alitosi: un’accurata diagnosi e l’istruzione a una corretta igiene saranno alla base della terapia.
La rimozione della placca batterica deve essere scrupolosa: sulle superfici masticatorie, negli spazi interdentali, sulla lingua, sotto eventuali protesi fisse o mobili.
Possono essere usati collutori e farmaci specifici, in grado principalmente di abbattere la carica batterica. Va assolutamente evitato il “fai da te”: per evitare danni, deve essere il dentista a prescrivere i corretti principi attivi.

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