mercoledì 30 novembre 2011

LA TORTA "LACTOSE FREE" DI CRISTINA


Ieri sera, Cristina è arrivata al corso di teatro con un bellissimo regalo per noi: una torta fatta da lei. 
Il dolce  di Cristina aveva un sapore semplice ma estremamente accattivante, per cui ci siamo tutti stupiti quando ci ha confidato che era “lactose-free”: in parole povere,  oltre agli ingredienti consueti, non conteneva latte né burro, ma olio di semi e succo di frutta. 
Naturalmente, le abbiamo chiesto la ricetta, che io ho l’incarico di riportare sul web per la gioia dei miei compagni di corso, e non solo…
Dunque, ecco a voi
LA TORTA DI CRISTINA
QUALI SONO GLI INGREDIENTI?
300 gr. di farina
300 gr. di zucchero
3 uova
100 gr. di olio di semi
1 bustina di lievito
1 bustina di vanillina
un pizzico di sale
2 banane frullate + il succo di un’arancia
oppure
80 gr. di succo di frutta
una manciata di gocce di cioccolato
COME SI PREPARA?
Nella maniera più semplice: mettendo tutti gli ingredienti nel mixer e aggiungendo solo alla fine il lievito setacciato e le gocce di cioccolato.
Mettete l’impasto nella tortiera ricoperta di carta-forno (naturalmente, non imburratela!).
Cuocete a 175°C nel forno ventilato per circa 45 minuti.
Vedrete: il risultato vi sorprenderà!
Grazie, Cristina!!! Aspettiamo la prossima ricetta…
P.S.: Ieri sera mi sono portata a casa una fetta della mitica torta con la scusa di fotografarla (vedi). E stamattina, così, ho fatto una colazione coi fiocchi.
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venerdì 25 novembre 2011

UN SORRISO PREZIOSO: RECONTOURING, RICOSTRUZIONI, FACCETTE ESTETICHE


Recontouring, ricostruzioni in composito e faccette sono sicuramente i protocolli meno invasivi per migliorare l’estetica del sorriso.
Con risultati molto spesso sorprendenti!!!
Che cos’è il recontouring? 
E’ una procedura molto rapida, conservativa e indolore, detta anche ameloplastica od odontoplastica.
Si tratta della rimozione di piccolissime porzioni di smalto, al fine di modificare lunghezza, profilo o superficie di un dente. 
Il recontouring, però, è in grado di correggere solo difetti molto limitati.
Che cosa sono le ricostruzioni in composito?
Sono applicazioni di resina composita eseguite allo scopo di  modificare il profilo del dente.
Nella maggior parte dei casi, questo protocollo è assolutamente indolore, per cui non risulta necessario il ricorso all'anestesia.
Le ricostruzioni estetiche sono indicate per "avvicinare" denti troppo spaziati (diastemati), per ingrandire denti troppo piccoli o a forma di cono (conoidi), per ripristinare elementi fratturati oppure per rendere più armoniosa la forma di denti anomali o abrasi.
Sul nostro sito www.drvaleriaderossi.it potete visualizzare alcuni casi clinici trattati con questa tecnica.
Che cosa sono le faccette estetiche?
Si tratta di sottili lamine di ceramica o di resina composita che vengono applicate sulla superficie esterna dei denti anteriori per migliorarne l'estetica.
Lo spessore delle faccette è molto ridotto (poco più di mezzo millimetro) per cui la preparazione del dente è minima.
Hanno le medesime indicazioni delle ricostruzioni in composito (denti diastemati, conoidi, anomali, usurati). Le faccette, però, hanno, in più, due pregi fondamentale: possono migliorare in modo drastico il colore di denti macchiati o "discromici" e, in alcuni casi, anche l’allineamento del settore anteriore.
Possono permanere nel cavo orale anche molto a lungo, a condizione che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni per una corretta manutenzione fornitegli dal dentista.
Le faccette in composito o in porcellana rappresentano un’ottima terapia per i casi in cui si cerchi di migliorare l’estetica del sorriso.
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www.drvaleriaderossi.it ?

giovedì 17 novembre 2011

IL TIRAMISU DI LILIANA


Non esiste al mondo un tiramisu come quello di Liliana.
Per trovarne uno simile (anche se, comunque, di un tot inferiore) sono dovuta andare fino a New York!
Lo puoi assaggiare nello storico bar/”trattoria” proprio accanto alla tomba di Giulietta, a Verona.
Qui, il servizio è piacevolmente familiare.
E i piatti non hanno nulla da invidiare a quelli dei grandi chef.
Ci puoi trovare gente semplice seduta accanto a persone note. Che cosa li accomuna?  La cucina di Liliana!
Ecco la mitica ricetta del Tiramisu di Liliana
X 10 persone
Quali sono gli ingredienti?
500 gr mascarpone
250 gr panna fresca
4 uova (solo tuorli)
4 cucchiai di zucchero
4 tazze caffè lungo zuccherato + 1 cucchiaio d’acqua
20 savoiardi per strato
cioccolato fondente a scaglie
cacao amaro per guarnire
Come si prepara?
Montate bene i tuorli con lo zucchero.
Aggiungete mascarpone e panna e amalgamate fino a ottenere un impasto cremoso (attenzione a non frullare troppo, perché la crema potrebbe indurire!).
In una pirofila rettangolare, suddividete gli strati imbevendo velocemente i savoiardi con il caffè zuccherato e alternando i biscotti inzuppati alla crema precedentemente preparata.
Tra uno strato e l’altro, distribuite le scaglie di cioccolato fondente.
Una volta completati gli strati (in genere due), cospargete il tiramisu di cacao.
(Nella foto: il tiramisu originale di Liliana).
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NONNI ALLA RISCOSSA, CON I MINI-IMPIANTI



Conoscete qualche persona disperata perché la sua protesi mobile (insomma, la sua dentiera) non è stabile?
Di solito, questo accade alle protesi inferiori, che hanno un’area di adesione inferiore rispetto alle superiori e vengono facilmente dislocate dai movimenti della lingua (ma anche le protesi superiori, a volte, possono dare problemi).
In questi casi, è possibile creare un “aggancio” per la dentiera esistente collegandola a “mini-impianti”.
Che cosa sono i “mini-impianti”?
Sono delle piccole viti in lega di titanio che vanno inserite nell’osso senza che vi sia la necessità di incidere la gengiva (infatti, vengono definiti “impianti trans-mucosi”).
E’ un intervento doloroso?
L’intervento è assolutamente poco invasivo e si conclude nell’arco di circa un’ora.
Il dolore post operatorio è ridotto al minimo, o facilmente controllabile con normali antidolorifici.
E’ possibile mantenere la vecchia protesi o è necessario sostituirla?
Nella maggior parte dei casi, non è necessario rifare la vecchia protesi: essa va adattata, inserendo nella parte gengivale alcune cappette che si agganceranno ai mini-impianti.
Solo in rari casi la dentiera esistente non è sufficientemente estesa per poterla riutilizzare, per cui va sostituita.
Che ne pensano i pazienti?
Da un sondaggio condotto tra i nostri pazienti che hanno eseguito i “mini-impianti”, il consenso è stato unanime: tutti ci hanno confermato che la loro protesi è assolutamente più stabile e che la loro qualità di vita è migliorata.
Abbiamo anche chiesto loro se, potendo tornare indietro, avrebbero rifatto l’intervento. Hanno risposto tutti: “Certamente, anzi, l’avrei addirittura fatto prima!”.
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lunedì 7 novembre 2011

RISO E BROCCOLO


Quasi tutti hanno, in famiglia, una ricetta per il riso con il  broccolo (o con il cavolo). 
Ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di risotti.
Questa versione, lasciatami in eredità dalla mia amatissima nonna Carolina, è invece semplicissima e ultrarapida. Ma speciale!
Vi consiglio di provarla…
Quali sono gli ingredienti? 
(per due persone affamate come noi…)
200 gr. di riso Carnaroli
1 cavolo piccolo o mezzo cavolo grosso
sale
50 gr. di burro
abbondante parmigiano grattugiato
Come si prepara?
Pulite e lavate il broccolo (è l’ingrediente migliore, ma, se non è disponibile, può andar bene anche il cavolo),  dividetelo in ciuffetti.
Mettete a bollire almeno tre litri di acqua.
Mondate il riso. 
Quando l’acqua bolle, salatela e buttate prima le foglie e il fiore del broccolo, poi il riso.
Nel frattempo, scaldate il burro fino a farlo diventare bruno (la nonna diceva che è preferibile che sia pronto nel momento stesso in cui scolerete gli altri ingredienti).
Fate cuocere il riso e il broccolo (o il cavolo) per circa 10 minuti.
Scolateli, metteteli in una zuppiera, aggiungete un po’ di parmigiano grattugiato.
Alla fine, condite con il burro bruno.
Che ve ne pare? 
Pronta in un attimo, vi salva in ogni situazione…
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domenica 6 novembre 2011

UNA NUVOLA DI BENESSERE: L'OZONO


E’ un peccato che l’utilizzo dell’ozono non abbia preso piede tra molti miei colleghi odontoiatri.
Perché è un sistema intelligente, che permette una disinfezione della superficie dentale altrimenti non ottenibile.
Che cos’è l’ozono?
L’ozono è un gas presente in natura, formato da tre atomi di ossigeno.
Estremamente instabile e reattivo, ha una potente capacità ossidante: ciò lo rende adattissimo alla disinfezione, non soltanto in campo dentale.
Quali sono i suoi usi odontoiatrici?
Il primo utilizzo odontoiatrico dell’ozono fu, qualche anno fa, la sterilizzazione dei solchi occlusali dei denti per evitare il progresso di piccole carie.
Anch’io l’ho sfruttato a tal fine, e, devo dire, buona parte dei solchi trattati ha avuto un’evoluzione positiva. 
Successivamente, fu introdotto l’uso del gas  per la sterilizzazione di cavità molto strette e profonde. E’ un sistema che ho adottato, con ottimi risultati , soprattutto perché molto conservativo.
La metodica che mi ha dato gli esiti migliori, però, è l’applicazione dell’ozono in cavità profonde (quelle con grave deterioramento dei tessuti): quanti denti  ho salvato dalla “devitalizzazione”, con questo sistema!
E’ utile soprattutto nei bambini, sui dentini da latte molto compromessi, usando il seguente protocollo: 
- la dentina cariata viene sommariamente ripulita (una detersione più profonda potrebbe portare alla devitalizzazio-ne del dente);
- è poi sterilizzata con l’ozono; 
- viene coperta con un’otturazione provvisoria;
- la medicazione rimane “in situ” per almeno tre mesi;
- trascorso questo tempo, viene sostituita con una nuova otturazione provvisoria o una definitiva.
Che cosa è accaduto, nel frattempo? La polpa dentale ha reagito, “ritirandosi” dalla carie e permettendo un’intervento di ricostruzione più sicuro.
Utilissimo anche il sistema della sterilizzazione dei canali dei denti durante i trattamenti endodontici. Minore è la quantità  di batteri presenti, maggiore è la probabilità di successo di un trattamento odontoiatrico di questo genere. Ergo, l’uso dell’ozono aumenta la probabilità di successo delle cosiddette “devitalizzazioni”.
Esistono anche altri utilizzi odontoiatrici: negli sbiancamenti dei denti vitali o devitalizzati, nelle lesioni dei tessuti molli (come, per esempio, quelle da Herpes Simplex)...
Ma ne parleremo in articoli successivi...
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Fotoi: tramonto a Scopello (TP).

mercoledì 2 novembre 2011

CAVOLO ROSSO ALL'ACETO BALSAMICO


La ricetta originaria è di Pino. 
Mi è arrivata, in seconda battuta, attraverso Manuela.
Questo significa che potrebbe essere non attendibile (non a causa di Manu, ma per colpa mia)… però il risultato è ugualmente ottimo!
Quali sono gli ingredienti?
1 cavolo cappuccio rosso 
mezzo bicchiere di aceto balsamico
olio extra vergine di oliva
poca cipolla per il soffritto
sale
Come si prepara?
Tagliate il cavolo in strisce sottili, che metterete a macerare con l’aceto balsamico per circa tre ore.
In una pentola antiaderente, fate un soffritto con olio e cipolla (ricordate che il soffritto va riscaldato a lungo a fuoco lento e che la cipolla deve diventare bionda).
Aggiungete il cavolo cappuccio macerato e aggiustate di sale.
Fate cuocere per circa un’ora, mescolando spessissimo Manu e Pino, però, lo fanno cuocere tre ore).
Alla fine, un attimo prima di togliere dal fuoco, condite con un filo d’olio extra vergine di oliva.
P.S.: Ho provato anche a fare parte della cottura con la pentola a pressione: 

  • cucinate a pressione il cavolo per non più di dieci minuti;
  • alla fine, togliete il coperchio; 
  • cuocete ancora fino a che il cappuccio non si sarà ben asciugato.

Risulterà comunque buono... 
             ... e migliorerà se lasciato riposare.

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IN TUTTA SICUREZZA: LA RIMOZIONE PROTETTA DELL'AMALGAMA


Ormai non è più un mistero, il fatto che le otturazioni in amalgama (i vecchi restauri in metallo) debbano essere rimosse proteggendo il paziente dai vapori del mercurio.
Questo, al fine di evitare inquinamento dell’ambiente e problemi di salute al paziente.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un recentissimo rapporto

http://www.who.int/oral_health/publications/dental_material_2011.pdf ,

consiglia la sostituzione delle otturazioni in amalgama con materiali ugualmente performanti, se non addirittura superiori (come, per esempio, il composito). 
Come avviene la rimozione “protetta” di queste otturazioni?
Eccone i requisiti fondamentali:
- USO DELLA DIGA DI GOMMA (importantissimo!!!).
- Aspirazione ad alta velocità: una potente aspirazione impedisce la diffusione nell’ambiente dei vapori di mercurio.
- Abbondante irrigazione del campo: ha la stessa funzione dell’aspirazione.
- Protezione delle vie respiratorie del paziente.
- Divisione del vecchio restauro in più parti che vengono poi rimosse singolarmente.
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Foto: Fotolia.

martedì 1 novembre 2011

LA PEARA'


Piatto povero, fatto in origine con gli avanzi di pane, è la salsa tipica di Verona. 
Viene servita con bolliti,  cotechino, salsa verde, mostarda.
Un tempo si metteva anche midollo di bue: dopo l'epidemia della "Mucca pazza", però, quasi nessuno lo usa più... Come è andato in disuso l'utilizzo di pentole di coccio, che facilmente fanno “attaccare” la pearà.
Regina della pearà era la mia bisnonna Albina, che sosteneva "Perché sia buona, ci vogliono tanto formaggio e ancor più butirro!".
Nella foto, la pearà della nonna Mina.
QUALI SONO GLI INGREDIENTI?
Circa 2 litri di brodo (quello di carne, non di dado!)
Circa 500 gr. di pane (pasta dura, essiccato per una settimana all'interno di un sacchetto di carta, grattugiato grossolanamente)
Circa 150 gr. di parmigiano grattugiato
Circa 150 gr. di burro
Sale
Pepe (tantissimo! Per questo si chiama "pearà", che significa "pepata")
I "circa" sono d'obbligo, dato che la consistenza della pearà cambia a seconda di diverse variabili, in particolare del tipo di pane utilizzato.
COME SI PREPARA?
Mettere a bollire il brodo, aggiungere a pioggia pane, parmigiano, burro, sale e una parte del pepe.
Amalgamare il tutto con una frusta: deve raggiungere la consistenza della polenta.
Lasciar sobbollire per almeno due ore e mezzo, senza mescolare. Evitare tentativi di cottura con la pentola a pressione per accelerare il processo: proprio non funziona!!!
Alla fine, aggiustare di sale e aggiungere ancora abbondante pepe: deve risultare... "pearà"!!!
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